Santa Maria della Pace

E poi ci sono i luoghi che senti tuoi. Per tanti motivi.

Magari perché sono spazi urbani conclusi, perfetti, progettati. Proprio come un allestimento scenografico, ma permanente. O magari solo perché quel luogo è stato teatro di un periodo della tua vita.

Il locale, il bar del Fico, il bar della pace tanto (ma tanto!) erano i miei posti. Quelli delle serata infinite con

Michella Landreozzi

.

Tra una jam session di Silvestri e Gazzè, Fabi, una canzone di quel fidanzato americano della mia amica. Due (anche di più ) risate con

Beatrice Fazi

.Picchio alla porta del Locale. Bicchiere della staffa al Fico e saluti (ehm diciamo così)al bar della Pace.

Dietro piazza Navona, superata tutta la paccottiglia di locali per turisti, a destra si apre uno spazio trapezoidale con un fondale convesso leggermente asimmetrico.

Il fondale è la Chiesa di Santa Maria della Pace con la facciata progettata da Pietro da Cortona come pure la sistemazione dello spazio barocco. Un barocco romano più pacato, meno eroico e drammatico di Bernini e Borromini (il mio preferito) e forse per questo perfetto. Quasi rinascimentale ma con tratti distintivi come il timpano spezzato.

A destra si entra nel chiostro del Bramante (sempre lui) a due ordini con la falsa colonnina del secondo messa in chiave di volta del sottostante (fidatevi!).

Questo è Rinascimento.

Lo spazio esterno è Barocco di una perfezione assoluta.

Il Rinascimentale è contemplazione.

Il barocco ti travolge, è emozione.

Ci siamo tornate qualche anno fa a berci un bicchiere di vino rosso al bar del Fico (molto più fico di un tempo).

Quando al massimo mangiavo tre canestrelli e zenzero candito.

E Michela c’era.

C’era anche prima, con la barzelletta della rana dalla bocca larga che ci ha fatto diventare amiche per la pelle.

C’era dietro il mio Ciao bianco, l’SH rosso e il liberty nero (ringrazio per la fiducia nelle mie capacità di guida).

C’è sempre. Nelle telefonate interminabili nonostante abitassimo nello stesso palazzo (!)

A scambiarci vestiti, a inquisire poveri fidanzati che provavano a fare i doppio gioco (poveri!)

Come testimone di nozze (ahahahah, io pure la sua ahahahah )

C’è anche e soprattutto nei momenti bui a fare la mia Obi, la personal coach.

E quel bicchiere di Shiraz insieme a lei non posso dimenticarlo. Come non posso (e non devo) dimenticare la bellezza che mi abbraccia.

A voi i consigli enogastro, evitiamo come la peste (battutona) i luoghi turistici.

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