Architherapy
Foto Barbara Gravelli
La mia Roma con le mie emozioni dell’architettura e dell’arte. E la Bellezza che (spero) salverà il Pianeta.
I miei luoghi simbolo e la scenografia perfetta di questa città magnifica che racconto prendendo per mano. Su strade bagnate, a volte con squarci di quella luce accecante che solo Roma può dare, oppure rumorose, alle volte silenziose, nel tempo e nello spazio vi porto a spasso nel tempo e nello spazio, dentro e fuori. Perché i luoghi sono le emozioni, gli incontri, le persone attorno e l’umanità tutta, compresi i geni del passato.
E poi ci sono i luoghi del silenzio.Come quelli dell’inconscio che ha il rumore del mare. Come il mare della Sardegna quando si alza improvviso il maestrale e dopo aver ‘slamato’ e ributtato in mare i pesci troppi piccoli, ti rifugi nel l’abbraccio avvolgente del tuo accappatoio rosso. Il rumore del Johnson 25 cavalli, l’odore di pulito della spugna mista al sale e il rumore […]
E poi ci sono i luoghi che DEVI visitare. Un po’ come le visite di cortesia alle vecchie zie. E tu ci vai di malavoglia trascinata a forza. E tra bronci, musi lunghi capricci e piedi puntati ci vai. E appena entri in quel salotto incellofanato il DEVI ha il profumo di una crostata fumante all’albicocca e del caffè appena uscito dalla moka. Ha il luccichio del servizio Ginori […]
E poi ci sono i luoghi delle esperienze sensoriali memorabili.Luoghi in cui immergersi. E dove si raggiunge il sublime con almeno uno dei 5 sensi.Dove spesso l’architettura è scenografia muta. Perché va in scena la Bellezza. Magari come il ristorante La Pergola. Una vista ampia e lunga su Roma che ti toglie il fiato. Sì ma qui va in scena Heinz Beck, chef pluristellato, genio […]
E poi ci sono gli spazi dei cerchi che si chiudono. Quelli dei cicli che finiscono e fluiscono in un divenire che ancora non conosciamo. Come la mia amata Valle Giulia o il liceo Mamiani della figlia Blu non più blu.La maturità e la cena con le mamme (e i papà) dell’ormai ex IIIB. Il meraviglioso mondo delle mamme mamianine che si è salutato e […]
E poi ci sono i luoghi puntiformi. Quelli che segnano il paesaggio. Landmark appunto.Quelli che da lontano interrompono l’andamento regolare dello skyline della città. E da vicino tocca alzare lo sguardo al cielo. Un po’ come fanno gli incontri improvvisi. Quelli che interrompono lo scorrere regolare della vita.Un sussulto. Un’emozione improvvisa.Un dettaglio: il tono della voce parole che risuonano uno sguardo che si volta un […]
E poi ci sono gli spazi della Natura. Quelli dove il verde è il colore dominante. E l’architettura è liquida, il pensiero si espande tra terra e cielo e lo sguardo non ha confini. Come il prato immenso di fronte alla casa di campagna. E noi ragazzini curiosi ipercinetici non smettiamo mai di cercare formicai, nasconderci nell’erba alta, giocare ad acchiapparella o a ruba bandiera. […]
E poi ci sono i luoghi dell’erotismo di un minuto, forse due.Dello sbirciare. Solo un’inquadratura. Una parte per il tutto. Del vedo non vedo. Delle trasparenze, di un movimento sensuale, di un particolare che ti lascia immaginare. Che è una promessa. Come il reggicalze di Laura Antonelli in Malizia. O la maglietta bagnata di pioggia di Dominique Sanda nel Giardino dei Finzi Contini. La spallina […]
E poi ci sono gli spazi dei confronti. Del vuoi più bene a mamma o a papà. Roma o Lazio. Beatles o Rolling Stones. Vino bianco o vino rosso. Stavolta sono sempre loro, i campioni del Barocco. Quelli che si fronteggiano a Piazza Navona. Bernini con la Fontana dei Fiumi e Borromini con Sant’Agnese. Come si può paragonare il millefoglie di Cavalletti all’amatriciana di Arcangelo […]
E poi ci sono gli spazi con le porte aperte. Difficili da raccontare, come le case. Fai prima a disegnarle, su una tovaglia di carta o su uno scontrino del caffè. Perché è composto di tanti ambienti, soglie, ingressi, punti di attenzione (landmark), convessità, muri curvi, facciate. Come dice Perec lo spazio è ciò che arresta lo sguardo, ciò su cui inciampa la vista: l’ostacolo: […]
E poi ci sono i luoghi degli eventi. Magari in estate, per vedere il Cinema che hai perso durante l’anno. Come quel piccolo capolavoro di Cafarnao. Grazie all’Estate Romana inventata da Renato Nicolini, architetto e geniale Assessore alla Cultura tra il ‘76 e l’85. Magari gli eventi che ti cambiano la vita per sempre. Dove ti ritrovi per mesi a ripetere il mantra IL RESPIRO […]
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